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Rischi e pericoli del web: 7 ragazzi su 10 non si sentono al sicuro


“Stai sempre attaccato al cellulare”, “Passi troppo tempo su internet”, “Sei sempre sui social”...sono pochi i genitori con figli adolescenti o addirittura pre-adolescenti che non hanno pronunciato frasi del genere. Ma quanti genitori sanno davvero cosa accade ai ragazzi e alle ragazze nel mondo online in cui trascorrono una parte così grande della loro vita, e che cosa ne pensano?

Una ricerca dell'Osservatorio indifesa, creato da Terres des Homes e OneDay, l'ha chiesto proprio a loro, intervistando oltre 1700 giovani e giovanissimi dai 14 ai 26 anni. I risultati sono piuttosto inquietanti, ma mostrano anche una consapevolezza dei pericoli della rete ben maggiore di quella che tanti adulti si aspetterebbero.

Il cyberbullismo e revenge porn in cima alla lista delle preoccupazioni

Cominciamo con un dato che riguarda non paure, ma bensì abusi che si sono purtroppo realmente verificati: ben 1 intervistato/a su 2 dichiara di aver subito atti di bullismo. Una cifra enorme, che purtroppo si accompagna a un'altra ancora per certi versi più preoccupante: solo una piccola parte di chi è finito nel mirino dei bulli ha ricevuto aiuto.

Non c'è da stupirsi quindi che tra le principali paure di ragazze e ragazzi sul web ci sia proprio il cyberbullismo e i suoi rischi, temuto da quasi il 69% di loro, seguito dal revenge porn (ben il 60%), dal furto d'identità (quasi 41%), dallo stalking (35%) e dall'alienazione rispetto alla vita reale (32,4%).

In totale, ben 7 ragazze e ragazzi su 10 si sentono in qualche modo in pericolo sul web, a dimostrazione, come dicevamo, che i giovani e giovanissimi sono spesso assai più consapevoli di quello che noi adulti pensiamo.

Le proposte di ragazze e ragazzi per una rete più sicura

L'Osservatorio indifesa ha anche chiesto ai giovani intervistati se hanno delle soluzioni da proporre per rendere internet un luogo meno pericoloso, e le risposte non sono certo mancate.

Per prima cosa, dicono, occorre offrire a chi soffre un aiuto psicologico. Del resto, il sondaggio ha fatto luce anche su un disagio che dopo due anni di pandemia appare fortemente sentito e non destinato a ridursi: ben l'88% degli intervistati dice di sentirsi solo o molto solo, il 37,5% ha paura dell'isolamento sociale, il 35% teme di soffrire di depressione e il 22% di solitudine.

Occorrerebbe anche una maggiore educazione all'emotività e al rispetto per ogni diversità fin dalla più tenera infanzia, dicono ragazze e ragazzi, così come un dibattito più aperto con i coetanei.

Ma le loro idee riguardano anche gli ambienti online che frequentano. Bisognerebbe ad esempio che i sistemi messi in atto dai social network per la segnalazione dei contenuti fossero più efficienti e stringenti, per impedire che diventino, da luoghi di aggregazione, dei luoghi in cui il bullismo e la violenza conquistano pubblico, amplificando la loro portata.

Cosa possono fare gli adulti

Noi di Mister Credit abbiamo già parlato più volte dei pericoli di Intenet e del cyberbullismo e di come possiamo proteggere i più giovani dai pericoli (che non si riducono purtroppo a questo) che si nascondono in rete.

Vediamo quali sono le principali azioni di aiuto che possiamo intraprendere che ci sono state suggerite nel corso di una bellissima intervista da Ivano Zoppi, Segretario generale della Fondazione Carolina:

  • Prestare attenzione ai segnali di disagio: come l'isolamento, il desiderio di solitudine, l'abbandono dei luoghi di aggregazione prima frequentati (piazze, attività sportive, ecc…), il timore di uscire di casa o andare a scuola, ansia, esplosioni di rabbia, oscillazioni dell'appetito o del sonno.
  • Non far sentire i ragazzi e le ragazze giudicati, non dirgli che stanno esagerando, che è colpa loro e via dicendo.
  • Imparare a conoscere i luoghi online che frequentano, come Tik Tok o Telegram.
  • Utilizzare strumenti come il parental control.
  • Le password del cellulare o del computer devono essere note ai genitori. I genitori non devono temere di controllare il telefono dei figli se notano dei segnali preoccupanti.
  • In caso di episodi conclamati di cyberbullismo o di qualche altro abuso avvenuto online, presentare denuncia alle forze dell'ordine sapendo che esiste uno strumento, la legge 71/17, che consente a ragazze e ragazzi di chiedere la rimozione dei contenuti web che ritengono offensivi.
  • Chiedere aiuto a chi conosce bene questi fenomeni, come la Fondazione Carolina