IL BLOG DI
MISTER CREDIT
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Nel 1° semestre del 2025, sono stati inviati da CRIF ben 1,15 milioni di alert relativi ai dati personali sul Dark Web, e 33.700 invece sull’open web. Numeri altissimi, che continuano a testimoniare la frenetica attività criminale che, purtroppo, ha come obiettivo i nostri dati personali.
Come nelle precedenti edizioni dell'Osservatorio Cyber CRIF - Mister Credit, l'Italia si conferma tra i paesi maggiormente nel mirino dei cybercriminali. Siamo infatti 6° nel mondo per indirizzi e-mail compromessi e messi in circolazione sul dark web, oltre che al 22° posto per carte di credito in circolazione e al 16° posto, ma in questo caso a livello europeo, per rilevamento di numeri di telefono. Questi ultimi, come noi di Mister Credit raccontiamo spesso, sono un elemento indispensabile per molte delle truffe più insidiose, come il vishing, lo smishing, e i deep fake vocali.
La combinazione di e-mail e password risulta essere quella più comunemente diffusa nei canali usati dai cybercriminali. La password, infatti, appare accanto all'e-mail nel 91,70% dei casi, seguita da username e password. Un ulteriore motivo, se ancora ce ne fosse bisogno, per sottolineare l'importanza di scegliere password sicure e difficili da indovinare per i malintenzionati.
Abbiamo già parlato del cosiddetto Quishing, la truffa che utilizza dei QR Code all'apparenza legittimi per trarre in inganno le vittime e spingerle a comunicare i propri dati. La seconda truffa “emergente” segnalata dall'Osservatorio Cyber ha invece base sui social e sulle app di messaggistica, e consiste nella promessa di guadagni facili in cambio di like. Particolarmente diffusa tra i giovanissimi e attraverso canali come ad esempio Telegram, si rivela in realtà un modo per i cybercriminali per mettere le mani su dati come numeri di telefono, nomi e cognomi e dati bancari.
Un altro elemento che si conferma è la distribuzione di genere dei dati rubati, che in quasi due casi su tre appartengono a uomini. Questi rappresentano infatti ben il 64,8% delle persone colpite. Per quanto riguarda la distribuzione tra fasce d'età, la più coinvolta è quella tra i 51 e i 60 anni, in cui si concentrano oltre un quarto dei casi. La ragione? Potrebbe trattarsi di una maggiore tendenza a tenere comportamenti rischiosi online, come la condivisione dei propri dati sui social media o sui siti di gaming o quelli di incontri.
Vediamo ora sei consigli per limitare i rischi ed evitare di ritrovarsi in queste statistiche:
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