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Cybertruffe: conoscere le storie vere delle vittime per imparare a difendersi meglio


“Una sera ricevo un sms dalla banca: sono stati pagati 106 euro ad un sito di e-commerce con la mia carta. Non ricordo di aver mai acquistato nulla su quel negozio online…”

 

Ormai sappiamo che i criminali si fanno sempre più abili nelle loro truffe e le tecniche, che sfruttino falle tecnologiche o debolezze umane, sono sempre più sofisticate. Dalle false email a nome dell’Agenzia delle entrate ai finti sms di Amazon (lo smishing è diffuso e spesso aggira le nostre difese di attenzione), dalle ping call ai sempre nuovi malware: il rischio corre sulla rete, anche quella telefonica.

 

Quanto alle frodi creditizie attraverso il furto di identità, in Italia sono cresciute del 19,7% nel 2019, una tendenza al rialzo che rimane costante nel tempo (frenata solo durante il periodo di lockdown).

 

È per questo che come Mister Credit abbiamo deciso di iniziare una nuova rubrica, in cui racconteremo casi di truffe realmente accadute, attraverso le testimonianze dirette delle vittime. Non solo: invitiamo chi, tra i nostri lettori, è stato vittima di una truffa a raccontarci la sua storia, anche per aiutare altre persone a difendersi e per condividere consigli di sicurezza.

 

La prima storia che abbiamo raccolto è quella di Giulia, che racconta:

 

“Una sera ricevo un sms dalla mia banca che mi avvisa che è stata eseguita una transazione di 106 euro su un sito di e-commerce con la mia carta prepagata. Non ricordo di aver mai acquistato nulla su quel negozio online e considerando che sono l’unica persona che ha accesso ai dati della mia carta, mi insospettisco e chiamo il numero verde della banca. Chiedo e ottengo che la carta sia bloccata. Il mattino dopo contatto il mio consulente di agenzia che mi dice che la transazione non è stata ancora registrata sul conto e forse la mia reazione immediata l’ha bloccata in tempo. Mi dice di aspettare un paio di giorni per fare una seconda verifica. Nel frattempo io accedo al mio account PayPal, navigando con Chrome, e Google mi allerta con una finestra pop-up che a causa di una violazione di dati su un sito, la mia password è stata esposta e non è più sicura. Controllo tutti i siti o le app su cui ho usato la stessa password: sono 31 e ora sono tutti a rischio. Mentre cambio le password, capisco che i ladri sono probabilmente entrati sul mio profilo PayPal, in cui la mia carta prepagata è registrata e ne hanno sottratto i dati. Quando ci sentiamo di nuovo, il consulente mi dice che l’importo è stato addebitato e mi manda i dettagli della transazione perché io possa andare dai Carabinieri a sporgere denuncia. Dopodiché ritorno alla banca per chiedere il rimborso dell’importo che mi è stato rubato.”

 

Giulia ha reagito con prontezza alla comunicazione della sua banca, riuscendo a bloccare la carta e a ottenere il rimborso di quanto era stato rubato.

 

Ma quanti di noi si sono riconosciuti nella sua storia? In quanti usiamo la stessa password per molti siti diversi, compresi quelli in cui sono registrati dati sensibili?

 

Non dimentichiamo: la prima regola per una password sicura è usarne una diversa per ogni servizio, sito, app. Per aumentare il nostro livello di sicurezza, possiamo usare servizi come Sicurnet, che monitora la circolazione dei nostri dati personali e finanziari sul web o Identikit, che ci avvisa ogni volta che una linea di credito viene aperta a nostro nome.