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Mi hanno svuotato il conto corrente: ecco cosa fare


Tempo di lettura stimato: 4 minuti

Vai allo sportello bancomat per prelevare, ed ecco la sorpresa. Mi hanno svuotato il conto corrente! Anche se la tentazione di andare nel panico è fortissima, cerca di mantenere la calma. In questo articolo ti guidiamo alla ricerca di una soluzione che potrebbe restituirti tutto il maltolto. Infatti, in alcuni casi, a seguito di una truffa online si può avere diritto al rimborso.

Mi hanno svuotato il conto corrente: i primi passi

Se ti hanno svuotato il conto corrente, ci sono due operazioni da compiere nell'immediato:

  • Scopri in che modo il conto è stato svuotato: sono stati compiuti dei prelievi dalla tua carta bancomat? O pagamenti da una carta di credito? O ancora, bonifici?
  • Blocca la carta o il conto colpito: se il problema viene da una carta di credito, contatta subito la tua banca affinché sia bloccata. Se invece è il tuo account sul sito/app di online banking ad essere colpito, dovrai agire su quello, sempre attivando il servizio di emergenza della banca.
  • Blocca gli altri canali di acquisto abilitati: ad esempio i pagamenti via smartphone, i siti da cui acquisti più di frequente, altri servizi di pagamento, e via dicendo.

Capire come si è stati derubati

Il passaggio successivo è scoprire in che modo i criminali hanno avuto accesso alla tua carta o al tuo conto. Potrebbero averti rubato il bancomat e aver avuto accesso al PIN (magari perché lo conservavi in un foglietto di carta nel portafoglio, assieme al bancomat stesso). Nel caso di una truffa online, che è quello che qui ci interessa maggiormente, le possibilità sono diverse:

  • Violazione di un data base contenente i tuoi dati di pagamento: eventualità per fortuna poco frequente ma sempre possibile, prevede che i cybercriminali siano riusciti ad accedere ai tuoi dati (ad esempio nome, numero della carta di credito e codice di sicurezza CVV) all'interno di un database che li ha registrati, come quello di un servizio di pagamento che utilizzi, di un sito da cui hai acquistato e via dicendo.
  • Truffa online vera e propria tramite un qualche tipo di phishing: in questo caso è lo stesso proprietario dei dati ad averli comunicati erroneamente ai cybercriminali, credendoli qualcun altro. Spesso questi ultimi si spacciano per la banca stessa, o per un popolare sito di acquisti online, o ancora per un noto corriere o per qualcuno che promette di inviare del denaro / dei premi in regalo. Il phishing può avvenire via SMS (smishing), via telefonata (vishing), QR code, o con tecniche ancora più sofisticate, come lo sneaky phishing. Purtroppo, nella maggior parte dei casi è proprio in questo modo che i cybercriminali riescono ad avere accesso al nostro denaro.

Documenta tutto

Addebiti e pagamenti non voluti, link malevoli ricevuti via SMS o e-mail, siti contraffatti e via dicendo. Documenta passo per passo tutto ciò che ha condotto allo svuotamento del tuo conto facendo degli screenshot e stampandoli.

Denuncia

Il passo successivo è quello della denuncia presso le forze dell'ordine. Dovrai fornire più documentazione possibile su come è avvenuto il furto e sull'ammontare della cifra rubata.

Truffa online: quando ho diritto al rimborso?

La normativa europea sui servizi di pagamento, recepita in Italia dal D.lgs 11/2010 (in particolare l'articolo 10) stabilisce che la banca è tenuta a rimborsare un utente derubato a seguito di phishing e altre truffe online, a meno che:

  • il cliente abbia acconsentito all'operazione che ora contesta;
  • la truffa sia avvenuta a seguito di una grave negligenza del cliente, vale a dire per sua colpa grave.

Nel caso di una violazione di dati, è più probabile ottenere un rimborso: il cliente, infatti, non ha sicuramente “acconsentito” alla truffa, e questa non può essere ricondotta alla sua negligenza. In caso di phishing, invece, è estremamente difficile provare la propria estraneità. Il fatto che la vittima, seppur ignara, abbia fornito in prima persona i propri dati o codici al criminale per entrare sul conto, può dimostrare la sua partecipazione volontaria alla truffa. È infatti un onere della banca quello di dimostrare la colpa grave del cliente, e sarà un giudice a stabilire se davvero è del cliente, in seguito a un comportamento di grave trascuratezza, la responsabilità di quanto avvenuto. Se viene stabilita la colpa grave del cliente, la banca non è tenuta a rimborsare e il cliente può rivalersi solo sul criminale che ha compiuto la truffa. La valutazione da parte del giudice viene compiuta caso per caso.

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