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Credit gender gap: quanto pesano le disparità di accesso al credito


Tempo di lettura stimato: 5 minuti

L'otto marzo si avvicina, e quest'anno abbiamo deciso di puntare i riflettori su un fenomeno poco noto, ma comunque cruciale nell'alimentare quei meccanismi che perpetuano le disparità di genere: l'accesso al credito.

Proprio come il gender pay gap misura la differenza salariale tra i generi, il gender credit gap misura la differenza nell'accesso ai finanziamenti. Un fenomeno che nel nostro paese è stato studiato approfonditamente da Fabi, la Federazione Autonoma Bancari Italiani, in una preziosa indagine.

In Italia, gli uomini tendono a ricevere più prestiti rispetto alle donne

Secondo lo Studio Fabi sul credit gender gap nel nostro paese nel 2023, banche e finanziarie hanno concesso prestiti a richiedenti uomini per un totale di 164 miliardi, mentre per le donne la cifra si è fermata a soli 95 miliardi. Le donne, in pratica, hanno ricevuto circa il 58% dei finanziamenti concessi invece agli uomini, con una differenza di quasi 70 miliardi.

Rispetto al totale dei finanziamenti bancari erogati ai privati, sono stati erogati 216 miliardi di finanziamenti con contratto cointestato a un uomo e a una donna; pensiamo ad esempio ai mutui, per cui spesso la rata viene divisa tra più intestatari.

Se si guarda alla mappa dell'Italia dal punto di vista del credit gender gap, emerge una certa uniformità tra le diverse zone del paese. Le regioni che si trovano al di sotto della media nazionale, e in cui la percentuale di prestiti erogati alle sole donne (e non, quindi, in congiunzione con il partner) sono meno del 20%, sono distribuite su tutto il territorio da Nord a Sud: Campania, Puglia, Veneto, Sicilia, Basilicata, Lombardia, Piemonte e Calabria. Le più “virtuose” sono invece Valle d'Aosta, Sardegna e Lazio. Va fatto notare che solo nella prima, la Valle d'Aosta, i prestiti erogati alle sole donne raggiungono un quarto del totale.

Il nostro paese non è l'unico a presentare un divario significativo. Si stima che a livello globale il gap di genere nel credito ammonti a 1,5 triliardi di dollari. Le donne sono però mediamente più “virtuose” nell’affrontare i loro impegni finanziari, rimborsando i loro crediti con maggiore regolarità rispetto agli uomini.

Perché le donne ricevono meno finanziamenti?

La disparità di genere nell'accesso al credito, commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, ha radici profonde nella società. Tra i fattori che influenzano l'emissione di credito per le donne ci sono:

  • Salari mediamente più bassi, con una differenza salariale di oltre il 10% a sfavore delle donne rispetto agli uomini in Italia.
  • Minor accesso alla proprietà, che in molti casi serve da garanzia. Per dare un dato, nel mondo le donne possiedono solo l'1% delle proprietà terriere.
  • Pensioni più basse, con un assegno medio per le donne più basso di circa 516 euro rispetto a quello degli uomini.

Le conseguenze del gender credit gap

La differenza di accesso al credito va ad aggiungersi alle altre sfide economiche che le donne si trovano spesso ad affrontare: stipendi mediamente più bassi, meno ore di lavoro salariato (con un ricorso maggiore al part time rispetto ai colleghi maschi), e un accesso limitato alla proprietà di immobili, terreni e aziende.

Questo fa sì che l’accesso al credito, senza la presenza di un cofirmatario maschio (spesso il marito o il compagno), possa essere più complesso per le donne. E senza credito, diventa più difficile per loro avviare un'azienda o acquistare una proprietà, perpetuando così la disparità nella ripartizione della ricchezza tra i generi.

Come combattere il gender credit gap?

Come abbiamo detto, la questione del gap di genere nell'accesso al credito è in gran parte sistemica e richiede, dunque, risposte sistemiche, a livello di società. È fondamentale che uomini e donne, soprattutto le nuove generazioni, lavorino insieme per superare queste barriere e creare un futuro più equo e inclusivo per tutti. Noi abbiamo pensato di condividere alcuni suggerimenti che possano andare nella direzione giusta e che possiamo compiere nel nostro piccolo:

  • Offrire un'educazione finanziaria a tutti i giovanissimi, maschi e femmine: ad esempio, diversi studi dimostrano che i maschi ricevono la paghetta più delle femmine, e imparano quindi più presto a gestire il denaro.
  • Superare il “timore di entrare in banca”: come ci ha raccontato in un'approfondita intervista la divulgatrice finanziaria Aminata Gabriella Fall, spesso le donne hanno difficoltà a entrare in contatto con banche e finanziarie, magari temendo già un loro rifiuto. Hanno dunque la tendenza a pagare sempre con il denaro che hanno a disposizione, finendo per limitare le loro possibilità di crescita, ad esempio, nella loro attività d'impresa.
  • Preparare al meglio il nostro avvicinamento al credito: conoscendo il nostro profilo di affidabilità creditizia, possiamo sapere in che modo sarà percepita da un istituto finanziario la nostra richiesta di credito.

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