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Cyberbullismo in crescita: i consigli per i genitori


Tempo di lettura stimato: 4 minuti

I dati Istat parlano, purtroppo, di un fenomeno in aumento: secondo l'ultimo rapporto (relativo a dati del 2023), il 34% delle ragazze e dei ragazzi di età compresa tra 11 e 19 anni ha subito almeno un comportamento vessatorio online nei 12 mesi precedenti la rilevazione. Nel 7,8% dei casi, la vittima subisce attacchi più volte al mese.

Purtroppo, il ritorno tra i banchi di scuola per molti significa anche il ritorno tra i propri aguzzini. Come ha ben dimostrato la serie TV Adolescence, il mondo online e quello offline in cui vivono i giovani talvolta si intersecano, amplificando dinamiche di violenza e sopraffazione che, a causa dei dispositivi a cui i ragazzi sono sempre connessi, li fanno sentire in trappola ventiquattr'ore su ventiquattro.

Cosa possono fare i genitori contro tutto questo? Lo vediamo con i consigli degli esperti e della Polizia Postale.

Cos'è il cyberbullismo e come funziona

La prima cosa da fare è comprendere meglio questo fenomeno che, a molti adulti, appare confuso e distante. Qual è, quindi, la definizione di cyberbullismo?

Il cyberbullismo è una forma di bullismo che avviene nel mondo digitale, e che dunque include comportamenti di prevaricazione e molestie ripetute ai danni di una vittima da parte di persone – coetanee o meno – in una condizione di asimmetria di potere, laddove la vittima è in una situazione di maggiore vulnerabilità.

Può includere l'invio di insulti, la diffusione di dicerie, la pubblicazione non consensuale di foto/video, la creazione di contenuti web che hanno lo scopo di prendere in giro la vittima.

Conoscere la legge

Le persone vittime di cyberbullismo hanno dalla loro parte un importante provvedimento normativo. La legge 71/17, oltre a fornire una definizione del fenomeno e a indicare le responsabilità educative di scuola e istituzioni, contiene anche uno strumento rivolto ai siti su cui i contenuti dannosi sono pubblicati.

Secondo la Legge, infatti, ogni vittima di cyberbullismo di età superiore a 14 anni (o un suo genitore/tutore) può richiedere la rimozione dei contenuti dannosi al sito su cui questi sono pubblicati. Il sito deve quindi provvedere a rimuoverli entro 48 ore. In alternativa, è anche possibile richiedere l'intervento, che deve sempre avvenire entro 48 ore, del Garante per la privacy.

Ma c'è dell'altro: il cyberbullismo può raggiungere la gravità di un vero e proprio reato quando prende la forma di diffamazione, ingiuria, calunnia, molestia, furto d'identità e così via. Reato che è possibile, e anche doveroso, denunciare.

Attenzione ai cambiamenti inspiegabili

Immagina: tua figlia era una ragazzina solare e socievole, ma nell'arco di breve tempo è diventata più solitaria e chiusa in sé stessa; o tuo figlio che adorava giocare a calcio nella squadretta locale, ma ora non vuole più giocare e preferisce stare in camera sua. Sono alcuni esempi di comportamenti che devono metterti in allarme e che possono indicare che tuo/a figlio/a è vittima di bullismo, che questo sia “di tipo cyber” o meno.

Non banalizzare la sofferenza dei giovani

Veniamo ora a un consiglio che, molto giustamente, ci offre la Polizia Postale: di fronte a un atto di cyberbullismo subito dai propri figli, i genitori possono essere tentati di minimizzare. “Non è niente”, “fra poco se ne saranno dimenticati tutti”, “non offenderti per così poco”, sono frasi in genere dette a fin di bene, pensando che mettere in prospettiva il torto subito possa aiutare i propri figli a superarlo. Ma è un errore.

Di fronte a un atto di bullismo, digitale e non, ragazzi e ragazze hanno bisogno di essere ascoltati e compresi nel loro dolore, che è più che giustificato. E quindi, di essere accompagnati nella ricerca di una soluzione che renda conto del loro bisogno di avere giustizia.

Conservare i contenuti dannosi

Ecco un altro consiglio offerto dalla Polizia Postale: salvare tempestivamente e conservare i contenuti violenti – che si tratti di insulti, di foto postate senza il consenso, prese in giro e via dicendo – prima che siano rimossi dagli autori è indispensabile per poter provvedere a una denuncia, anche eventualmente in seguito.

Cercare supporto

Il cyberbullismo può lasciare profonde ferite nella mente di un bambino o di un adolescente. Cercare aiuto psicologico, anche presso realtà specializzate proprio su questo tema come la Fondazione Carolina, può aiutare i ragazzi a superare al meglio gli attacchi subiti, eliminando lo stigma e la vergogna di esserne stati vittima e fornendo loro gli strumenti emotivi per comprendere quanto è successo e lasciarselo alle spalle.

Il cyberbullismo cresce, ma per fortuna crescono anche le iniziative per contrastarlo, nella scuola, nelle famiglie e nella società. E con il supporto necessario e la sensibilità giusta anche e soprattutto da parte di genitori e tutori, può rappresentare solo una breve tappa, dolorosa ma passeggera, nella vita delle giovani vittime.