IL BLOG DI
MISTER CREDIT
Alzi la mano chi non si è mai preoccupato della solidità dell'istituto di credito a cui ha affidato i propri risparmi...tutti ci abbiamo pensato almeno una volta: i media riportano la notizia di una banca che si trova in cattive acque o che addirittura fallisce, in televisione passano le interviste dei correntisti o dei piccoli investitori disperati, e non possiamo evitare di sentire un brivido lungo la schiena.
D'altra parte, come può fare un piccolo risparmiatore che di mestiere fa tutt'altro, a orientarsi nel complicatissimo mondo della finanza? In realtà, capire quali siano le banche più solide, almeno a grandi linee, non è così complicato. Basta prendere dimestichezza con alcuni fattori chiave che spiegheremo in questo post. Certo, non potremo avere la certezza assoluta di essere al riparo da fallimenti clamorosi, come quello della Lehman Brothers, ma potremo comunque ritenerci ragionevolmente tranquilli.
La trasparenza è il primo elemento da considerare in un istituto bancario. Le informazioni importanti – come quelle che elencheremo fra poco - devono essere pienamente e prontamente accessibili. Se non lo sono, se la banca prende tempo per non fornirle su richiesta e via dicendo, non è buon segno.
Tutte le banche italiane sono tenute sotto osservazione da Bankitalia, ma gli istituti più grandi sono sottoposti anche alla vigilanza diretta della Banca Centrale Europea. Si tratta di 114 banche in tutta l'UE, che detengono oltre l'80% del totale degli attivi bancari. Una garanzia in più.
I piccoli istituti bancari spesso non sono quotati in borsa, e questo in un certo senso li rende più opachi per i piccoli risparmiatori. Una banca quotata, infatti, sarà sempre sotto l'occhio attento dei propri investitori, inclusi grossi fondi che si aspettano di ottenere un profitto. Di conseguenza, ogni minima fragilità sarà immediatamente sanzionata con una perdita di valore.
Insomma, se il titolo della tua banca ha un andamento positivo o in linea con quello generale del mercato, significa che i grossi investitori – che sono sempre molto ben informati - lo considerano affidabile. Se invece il mercato è stabile o positivo, ma il titolo scende, potrebbe esserci qualcosa che non va.
Ecco un fattore che può apparire un po' più ostico, ma che in realtà è piuttosto semplice da verificare. Il solvency ratio, o coefficiente di solvibilità, è in parole povere il “cuscinetto” patrimoniale che una banca ha a disposizione in caso di perdite nei suoi investimenti. Di conseguenza, più è alto e meglio è. Come regola generale, non deve essere al di sotto del 10%.
Il CET1, acronimo che sta per Common Equity Tier 1 ratio, è un valore in percentuale che misura la solidità di un istituto rispetto agli investimenti rischiosi. Il valore minimo stabilito dall'European Banking Authority al di sotto del quale la banca è considerata rischiosa è del 8%. Anche in questo caso, più la percentuale è alta e meglio è.
Come puoi vedere, per fortuna non è necessario essere degli esperti per tenere d'occhio la solidità della propria banca.
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