Abbiamo più volte parlato di sicurezza informatica su queste pagine: in un mondo sempre più connesso e sempre più complesso, i rischi per la sicurezza – di aziende, cittadini e governi – sono sempre più diffusi e insidiosi.
Un rapporto di Kaspersky Lab, società che si occupa proprio di sicurezza informatica, ha analizzato il mondo delle infrastrutture critiche (trasporti, energie, istituzioni…) connesse a internet e il loro livello di vulnerabilità e il quadro emerso non è per nulla rassicurante. Il 91% di più di 13mila strutture prese in considerazione presenta vulnerabilità per la sicurezza che possono essere sfruttati da cybercriminali per portare avanti attacchi informatici.
Che i rischi e gli attacchi siano in aumento lo conferma anche il rapporto Clusit relativo al 2015: gli attacchi contro le infrastrutture critiche sono aumentati del 154% rispetto al 2014. Il rapporto contiene anche un altro dato inquietante: gli attacchi contro i servizi online (caselle di posta elettronica, profili sui social network e servizi cloud) hanno segnato un aumento dell’81% tra 2014 e 2015.
Le frodi creditizie realizzate attraverso il furto d’identità hanno fatto segnare perdite economiche di più di 172 milioni di euro nel 2015 solo in Italia: il furto di questi dati avviene molto spesso tramite attacchi informatici di vario tipo.
Nessuno è al sicuro, dunque? La sicurezza totale, come più volte abbiamo sottolineato, non esiste. Ci sono però alcuni accorgimenti che, come utenti, possiamo adottare per ridurre i rischi o i danni nel caso fossimo vittima di un attacco.
Per esempio:
- usiamo password forti e diverse per ogni servizio a cui siamo registrati
- proteggiamo con password o pin smartphone, tablet e applicazioni che contengono informazioni riservate
- attiviamo dove possibile l’autenticazione in due passaggi (password più codice inviato sul telefono o in altro modo)
- limitiamo le informazioni che condividiamo online
- leggiamo le informative sul trattamento dei dati dei servizi che usiamo, manteniamoci informati, verifichiamo (e pretendiamo!) l’utilizzo di sistemi sicuri da parte di chi ci fornisce servizi.