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Facebook, messaggi bufala dopo le nuove regole sulla privacy


Nelle ultime settimane Facebook ha aggiornato le regole per la tutela dei dati personali degli utenti. Tutti gli iscritti hanno ricevuto un messaggio che li informava delle modifiche e li invitava a leggere le nuove regole.

In risposta a queste modifiche, molti utenti hanno iniziato a condividere uno status che, nelle intenzioni, dovrebbe proteggere i loro dati da un eventuale utilizzo da parte del social network. Ecco il testo del messaggio:

A causa del fatto che Facebook ha scelto di includere un software che permette il furto di informazioni personali, dichiaro quanto segue: oggi, giorno 25 novembre 2014, in risposta alle nuove linee guida di Facebook e articoli l. 111, 112 e 113 del Codice della proprietà intellettuale, dichiaro che, i miei diritti sono associati a tutte le mie informazioni personali, dipinti, disegni, fotografie, testi, ecc… postati sul mio profilo. Per l’uso commerciale di quanto sopra, è necessario il mio consenso per iscritto in qualsiasi momento.
Chi legge questo testo può copiarlo e incollarlo nella propria bacheca di Facebook. Ciò consentirà di porsi sotto la protezione del diritto d’autore. Informo Facebook, che è severamente vietato divulgare, copiare, distribuire, diffondere o fare qualsiasi altra azione contro di me, sulla base di questo profilo e / o dei suoi contenuti. Le misure di cui sopra si applicano anche ai dipendenti, studenti, agenti e / o dipendenti, sotto la direzione di Facebook. Le informazioni riservate sono incluse nel contenuto del profilo. La violazione della mia privacy è punibile dalla legge (UCC 1 1 1 1-308-308-308-103 e Lo Statuto di Roma). Tutti i membri sono invitati a pubblicare un annuncio di questo tipo, o se si preferisce, questo testo può essere copiato e incollato. Se non si pubblica questa dichiarazione almeno una volta, tacitamente si consente l’utilizzo di elementi quali foto, così come le informazioni contenute nell’aggiornamento del proprio profilo.

Come hanno riportato anche alcuni giornali, le informazioni riportate in questo testo sono false. Non solo: fanno riferimento a leggi che non riguardano il nostro paese. È probabile infatti che questo testo sia una traduzione di un altro messaggio in lingua inglese. Ciononostante, complice la facilità di condivisione, questo status ha cominciato a diffondersi molto velocemente tra gli utenti.

Ricordiamoci che non basta quello che scriviamo in uno status su Facebook per negoziare l’utilizzo dei nostri dati: nel momento stesso in cui abbiamo creato un profilo abbiamo accettato i regolamenti sulla privacy e sull’utilizzo del servizio. La nostra attenzione dovrebbe concentrarsi piuttosto sulle informazioni che scegliamo di condividere. Perché l’unico modo di rifiutare la gestione dei dati dell’azienda guidata da Mark Zuckerberg è non iscriversi al social network!