Abbiamo visto nelle ultime settimane che i furti di identità sono in aumento nel nostro paese. Nuovi dati arrivano anche da Adiconsum, che a fine settembre ha presentato i risultati dell’ultima ricerca realizzata dall’Osservatorio sul Furto d’Identità. Delle 2.500 persone intervistate, 225 (cioè il 9%) hanno sostenuto di essere state vittime di furto di identità.
Vediamo le tecniche più comuni con cui i ladri di identità si impossessano dei dati personali delle vittime: clonazione di carta di credito (skimming) per il 33,5% degli intervistati, spam (23,7%), phishing (22,9%), adesione a contratti falsi (12,1%), vishing, cioè furto dei dati tramite telefonate che invitano gli utenti contattati a fornire i propri dati personali, simulando di provenire dalla propria banca (6%).
Numeri e tecniche che ritroviamo quasi ogni giorno nelle notizie di cronaca che arrivano da tutta Italia. Ecco qualche esempio delle ultime settimane. I Carabinieri di Rovereto hanno scoperto ad agosto un traffico di SIM vendute sotto banco che erano intestate a persone ignare di tutto, i cui dati erano stati utilizzati come copertura. A Gorizia, invece, è stato il vicesindaco a finire nel mirino dei ladri di identità: i suoi dati sono stati usati per aprire un conto online su cui i truffatori versavano i soldi guadagnati giocando d’azzardo con alcune carte PostePay di cui avevano rubato i codici. A Roma, invece, un uomo di 57 anni ha utilizzato un documento falso intestato alla vittima per sottrargli ben 31.800 euro presentandosi allo sportello della banca.
Ma il furto di identità non è necessariamente legato a una truffa economica (anche se spesso è così): basta aprire un profilo su un social network o su un servizio online utilizzando il nome di un’altra persona per essere responsabili di questo reato. Fenomeno diffuso nel cyberbullismo tra i più giovani, ha come protagonisti e come vittime anche cittadini adulti. E i personaggi famosi non sono esenti: Fabio Fazio ne era quasi stato vittima, quando qualche fan aveva aperto un profilo Facebook a suo nome. In questo caso la smentita del conduttore televisivo è stata sufficiente perché i fan precisassero che il profilo Facebook non fosse ufficiale.
Le risorse dei truffatori si esauriscono qui? Certo che no! C’è chi si specializza nel recupero di dati sensibili da computer e telefoni che vengono rivenduti: spesso, infatti, anche se siamo convinti di aver cancellato tutti i nostri dati, è possibile recuperarli utilizzato software professionali. Ma c’è anche chi recupera nella spazzatura le informazioni necessarie al furto d’identità: basta una lettera che contenga nome e indirizzo, magari la data di nascita e qualche altra informazione personale (numero della carta di credito o del conto bancario, codice fiscale…).
Tante sono le tecniche dei ladri di identità: è per questo che occorre essere consapevoli dell’importanza di tutelare le proprie informazioni personali, anche con strumenti come Identikit o Sicurnet.
A volte purtroppo parti del puzzle che consente di simulare la ns identità online vengono forniti non da noi ma da servizi “troppo servizievoli” come in questa storia su Amazon su Gizmodo:
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