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Cyberbullismo in crescita. Uno sguardo oltre i titoli di cronaca.


Di cyberbullismo abbiamo già parlato in queste pagine, sottolineando quanto sia importante che i genitori e la scuola facciano capire ai ragazzi quali sono i comportamenti da evitare e quali conseguenze possano avere certe azioni. Compito forse non facile, come dimostrano i troppi casi di cronaca, i cui protagonisti sono minorenni che non riescono più a sopportare insulti e persecuzioni, arrivando a volte addirittura a togliersi la vita. Email, sms ed mms, chat, blog, social network: sono questi i canali attraverso cui i bulli prendono di mira le loro vittime, attraverso la diffusione di immagini (in origine private, spesso a sfondo sessuale) o di contenuti offensivi. Ma al di là dei singoli episodi di cronaca, qual è la situazione in Italia? Ipsos ha realizzato nel febbraio 2013 una indagine per Save The Children, analizzando il cyberbullismo nel nostro Paese. Ecco alcuni dati che sono emersi: gli attacchi avvengono soprattutto via social network (61%) e con la pubblicazione di foto e immagini private oppure offensive (59%), abbastanza diffusa anche la creazione di gruppi contro la vittima (57%). Le motivazioni alla base degli attacchi sono accomunate da un unico fattore: la diversità. Che sia di aspetto fisico (67%), di orientamento sessuale (56%) o di nazionalità di origine (43%). Quattro minorenni su dieci sono stati testimoni di atti di cyberbullismo nei confronti di altri coetanei. E, infatti, per il 72% dei ragazzi intervistati il bullismo online è la minaccia percepita come più grave, ancora più di droga (55%) e del pericolo di subire molestie da parte di un adulto (44%). Il legame tra questa forma di bullismo e i fatti di cronaca è chiaramente percepito, soprattutto dalle ragazze. Abbastanza chiare anche le conseguenze: dal calo nel rendimento scolastico (38%), all'erosione della volontà di aggregazione e socializzazione della vittima (65%), alla depressione (57%). Raffaela Milano, direttore programmi Italia-Europa di Save The Children, sostiene che ci sia ancora parecchio da fare in questo campo: "È importante che venga riconosciuta la pericolosità di questo fenomeno ben conosciuto dai ragazzi ma che il mondo degli adulti deve ancora comprendere appieno nella sua portata". E ancora una volta, l'attenzione deve essere portata su attività di informazione ed educazione, rivolte sia ai ragazzi che agli adulti, e non solo sulla repressione dei reati. Mister Credit ha creato Happy New Web, una guida con i 12 consigli più importanti per navigare con serenità, da conservare, stampare e condividere con i ragazzi.