IL BLOG DI
MISTER CREDIT
Siamo sempre più connessi, condividiamo sempre più informazioni (e non sempre ce ne rendiamo conto), ma quali sono i dati più appetibili per i criminali che si muovono dentro e fuori dalla rete?
Senza dubbio, in testa alla classifica possiamo mettere tutte le informazioni personali che permettono il furto di identità: nome e cognome, data di nascita, recapiti e contatti, elementi necessari perché la nostra identità possa essere simulata per chiedere un finanziamento senza che noi ci accorgiamo di nulla.
Negli Stati Uniti sono in forte aumento i furti di dati dai centri sanitari. I ladri puntano alle cartelle cliniche, sì, ma che contengono altre preziose informazioni oltre all’identità: in questo caso, soprattutto numeri di carte di credito. Secondo la società Websense, negli ultimi mesi gli attacchi contro strutture sanitarie negli Stati Uniti sono aumentati del 600%.
I tentativi di intrusione nelle banche dati di catene commerciali o aziende hanno quasi sempre lo stesso scopo: sottrarre numeri di carte di credito da rivendere poi su mercati clandestini. In questo caso la responsabilità della protezione dei dati è delle aziende che, a volte, sono colte di sorpresa, impreparate.
È stato anche il caso del furto di immagini di vip e attrici dai server cloud di Apple, nonostante l’azienda abbia assicurato che i loro sistemi non siano stati violati. Ad aprire la porta ai ladri di dati sembra siano state password rubate. In ogni caso, le immagini sono state rese pubbliche e dell’accaduto hanno parlato tutti i media. Ad aumentare i livelli di sicurezza (per esempio con il sistema della doppia autenticazione) dovranno essere le aziende, certo, ma anche noi dobbiamo fare tutto il possibile per evitare i rischi. Anche perché le azioni degli hacker stanno diventando più sofisticate.
In un mondo in cui sempre più dispositivi sono connessi – basti pensare agli elettrodomestici intelligenti – le porte di accesso per i malintenzionati rischiano di moltiplicarsi se non prendiamo le precauzioni necessarie.
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