IL BLOG DI
MISTER CREDIT
Questo articolo è stato originariamente pubblicato il 24/02/2014. È stato rivisto e ripubblicato a dicembre 2023.
Abbiamo visto che gli strumenti utilizzati dai truffatori per rubare i dati delle carte di credito sono molti e molto diversi: dal phishing allo skimming, dal software malevolo installato sui computer delle vittime al recupero di documenti, buttati (o cancellati dal pc), senza dimenticare lo smishing e il vishing. Le conseguenze possono essere gravi: per evitare di trovare addebiti non riconosciuti sulla carta di credito, meglio intervenire per tempo. In generale, prima ce ne accorgiamo, prima possiamo reagire. Ma non bisogna dimenticare che la difesa inizia dalla prevenzione.
Dobbiamo quindi assicurarci di adottare tutti gli strumenti che possono tutelare i nostri risparmi e la nostra identità. Per esempio, considerando che normalmente tutte le banche offrono questa possibilità, possiamo attivare il servizio di segnalazione via sms delle operazioni che avvengono con la carta di credito. In questo modo saremo avvisati subito di eventuali pagamenti che non abbiamo autorizzato e potremo bloccare immediatamente la carta.
Massima attenzione verso e-mail e siti sospetti: nel dubbio è sempre meglio evitare di inviare i propri dati. E non dimentichiamo che la nostra banca non ci chiederà mai di scrivere via mail il numero della carta di credito o la password per accedere al nostro conto: se qualcuno ce li chiede, vuol dire che sta cercando di truffarci.
Dobbiamo inoltre verificare periodicamente i movimenti sul conto corrente, per evitare spiacevoli sorprese: è possibile farlo online in pochi minuti tramite il proprio home banking.
Se, nonostante tutte le nostre attenzioni, la nostra carta di credito è stata clonata, appena ce ne rendiamo conto dobbiamo bloccare la carta e segnalarlo alla banca, disconoscendo gli addebiti non riconosciuti che non abbiamo autorizzato. In caso di truffa è possibile chiedere il rimborso all'istituto di credito. Le banche sono infatti responsabili della sicurezza dei propri sistemi informatici e spetta a loro provare la negligenza dell'utente nella tutela dei propri dati. A tal proposito, però, è opportuno sapere che una sentenza della Cassazione emessa nel marzo 2023 ha stabilito che, in caso di frode per phishing, la responsabilità è da ascrivere totalmente al cliente e non alla banca. Infatti, se l’istituto di credito ha adottato un sistema di sicurezza tale da impedire l’accesso ai dati personali del cliente da parte di terzi, non è tenuto ad effettuare alcun rimborso.
Se non siete riusciti a ottenere il rimborso per le somme che vi sono state sottratte con la truffa, potete rivolgervi al Giudice di pace o all'Arbitro bancario e finanziario per ottenere il risarcimento.
Vuoi sapere se i tuoi dati personali circolano in rete o sono finiti nelle mani di cybercriminali? Utilizza SICURNET, il servizio che monitora la loro diffusione e ti avvisa in caso finiscano tra le mani sbagliate. E se vuoi proteggerti contro il furto d'identità e le frodi creditizie, c'è IDENTIKIT!
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