IL BLOG DI
MISTER CREDIT
Google+ cresce rapidamente, come nessun servizio prima d’ora. Gli ultimi dati parlano di 25 milioni di utenti. Grande attenzione (e relative polemiche) è stata riservata alla privacy e alla valorizzazione di ciò che condividiamo in rete. Dovremmo comunque prestare attenzione?
Google insiste con l’affermare il proprio principio secondo cui Google+ dovrebbe essere uno strumento certo di identificazione avulso dalla pratica dei profili fake. I più critici si chiedono fino a che punto questa strada sia stata scelta per offrire un servizio utile agli utenti piuttosto che raccogliere dati certi, privi di “rumore” e per questo molto più preziosi. Comunque la pensiate, il social network di BigG è in forte crescita e quella che segue è una miniguida per controllare nostra privacy con più consapevolezza:
Le “Cerchie” di amici fanno in modo che le persone con cui noi condividiamo i contenuti vengano decise a priori. Anche su Facebook è possibile, ma è una funzione, quella dei gruppi, introdotta in un secondo momento, in via di miglioramento e non di immediato utilizzo. Su Google+ è la prima cosa che ci viene chiesta.
Inizialmente (di default) il nostro profilo Google è visibile a chiunque e rintracciabile semplicemente dal motore di ricerca. A meno che tu non desideri condividere le tue informazioni con chiunque conviene chiudere il profilo. Quando siamo nel nostro Google+ clicchiamo l’ingranaggio in alto a destra (Impostazioni), poi “Profilo e Privacy”. Da qui gestiamo facilmente tutta la nostra privacy.
Anche se si chiude il profilo limitandolo alle nostre Cerchie, il nostro nome è ancora presente sul motore di ricerca di Google. Possiamo cambiare la visibilità per fare in modo che nessuno ci trovi semplicemente digitando il nostro nome e cognome sulla barra di ricerca di Google.
Esistono altre impostazioni che non risultano a una prima occhiata. Tra queste:
In generale l’importante è essere sempre consapevoli che determinati commenti li stiamo scrivendo in pubblico: quando ad esempio commentiamo i post dei nostri amici. I loro settaggi di privacy possono essere meno restrittivi dei nostri così anche i nostri commenti ai loro post risponderanno ai loro settaggi di privacy. Fonti: plus.google.com, securitynewsdaily.com, pcmag.com
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