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Boom di frodi creditizie nel 2017


Secondo i dati dell’Osservatorio Crif sulle frodi creditizie, i casi di frodi realizzate mediante furto di identità sono stati più di 11.000 nel primo semestre del 2017, con un aumento del 39,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Dati preoccupanti, che confermano la gravità e la pericolosità del furto di identità anche nel nostro paese. Se consideriamo anche il danno stimato, infatti, si parla di più di 80 milioni di euro. Particolarmente colpito il settore del credito al consumo, dove i dati rubati vengono usati per ottenere finanziamenti o comprare beni, senza poi pagare le rate dovute. L’importo medio delle frodi per il periodo preso in considerazione è di oltre 7.000 euro. Nel 20,1% dei casi le frodi sono state di un importo tra i 1.500 e i 3.000 euro, mentre per il 21,6% l’importo è stato superiore ai 10.000 euro. Fanno registrare un lieve miglioramento i tempi di scoperta, che nel 60% dei casi sono stati inferiori ai 6 mesi, anche se per le frodi di importo maggiore (superiore ai 10.000 euro) i tempi sono più lunghi, fino a 5 anni nel 21% dei casi. Ma in cosa spendono i truffatori? Elettrodomestici, nel 38% dei casi; auto e moto (9,1%); immobili e ristrutturazioni (8,4%). Un significativo aumento hanno registrato le frodi per acquistare trattamenti estetici o medici. Considerando la tipologia di beni acquistati, non stupisce che sia il prestito finalizzato la forma preferita dai frodatori (56,5% dei casi); l’Osservatorio Crif ha registrato anche una impennata sulle frodi su carta di credito (+78,7% rispetto al primo semestre del 2016). L’analisi dei documenti utilizzati per le frodi ci dice che l’80% ha usato una carta di identità contraffatta (o valida ma non riconducibile al soggetto a cui è intestata). Una parte riguarda documenti per i quali risulta una denuncia per furto o smarrimento. Le vittime di queste frodi sono in maggioranza uomini, e sono in aumento le fasce di età tra i 18 e i 40 anni. Se frodi e furti di identità sono in aumento, anche la nostra attenzione deve essere più alta: tocca infatti a noi, in primo luogo, tenere sotto controllo i nostri dati, evitando di divulgare informazioni personali dettagliate e diffidando di offerte mirabolanti, messaggi bizzarri o siti che non conosciamo.