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Le frodi creditizie non sentono la crisi: oltre 10.000 casi nel primo semestre 2013


Il fenomeno delle frodi creditizie, che si realizza mediante furto di identità ed il successivo utilizzo illecito dei dati personali e finanziari altrui per ottenere credito o acquisire beni con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene, in Italia si conferma avere dimensioni di assoluto rilievo anche se questo non sembra destare un adeguato allarme sociale.
In effetti, nonostante la crisi economica e la conseguente contrazione dei finanziamenti richiesti ed erogati alle famiglie, le frodi creditizie non accennano minimamente a diminuire tanto che solamente nel I semestre 2013 sono stati intercettati oltre 10.000 casi, con un incremento pari a +12,5% rispetto al corrispondente periodo 2012.
Inoltre, considerando la contemporanea contrazione dei finanziamenti concessi, nei primi 6 mesi dell’anno in corso il rapporto tra il numero di frodi creditizie e i crediti concessi è risultato in crescita addirittura del +23,8% rispetto al primo semestre 2012.
Queste le principali salienze contenute nell’ultima edizione dell’Osservatorio CRIF sui furti di identità e le frodi creditizie.

I beni più frequentemente acquistati attraverso un finanziamento fraudolento

Anche nel I semestre 2013 le principali tipologie di prodotti acquistati illecitamente ricorrendo ad una frode creditizia sono state auto e moto, con quasi 1/3 dei casi totali, e gli articoli di elettronica-informatica-telefonia (ad esempio computer, smartphone e tablet) che tipicamente si collocano nella fascia di importo più bassa.
Confermano una quota significativa anche i casi relativi all’acquisto di mobili e prodotti di arredamento ed elettrodomestici, anche per importi di tutto rispetto.

L’analisi per fasce di importo

Per quanto riguarda le fasce d’importo, rispetto al passato emerge una crescita delle frodi di importo superiore ai 10.000 Euro (+19,7% rispetto al I semestre 2012).
In ogni caso, la fascia al di sotto dei 1.500 Euro si conferma quella più soggetta ai casi di frode, con circa il 38% del totale dei casi.
Questo trend risulta fondamentalmente in linea con l’elevata incidenza sul totale dei prestiti finalizzati e si spiega con il fatto che i finanziamenti di piccolo importo, specie se erogati non allo sportello della banca o della società finanziaria ma direttamente presso gli esercizi commerciali, si caratterizzano per tempi di erogazione più rapidi e controlli meno sofisticati sull’identità del richiedente credito.
D’altro canto, l’aumento dei casi nella fascia superiore ai 10.000 Euro sembra suggerire che la sofisticazione con cui vengono commesse le frodi sia sempre maggiore.

Il profilo delle vittime

Relativamente alla distribuzione per genere, dall’analisi di CRIF emerge un aumento dei casi di frode tra le donne (38,3% dei casi totali; +9,7% rispetto al corrispondente periodo 2012), concentrati in particolare nelle fasce di importo più basse.
Sotto il profilo socio-demografico, invece, si conferma la tendenza già evidenziata nelle precedenti rilevazioni: il maggior numero di vittime si concentra nella classe di età compresa tra 18 e 30 anni, con il 32,8% del totale, in preoccupante aumento rispetto al corrispondente semestre 2012 (+9,9%). Seguono la classe di età compresa tra 31 e 40 anni, con il 24,6%, e quella tra 41 e 50 anni, con il 20,5%.
Per quanto riguarda gli importi dei finanziamenti ottenuti fraudolentemente, essi crescono all’aumentare dell’età della vittima: infatti per gli over 50 si rileva una maggiore incidenza di frodi che superano i 10.000 Euro.

Relativamente alla ripartizione delle frodi per regione, infine, essa mostra una maggiore incidenza in Campania, Sicilia e Lombardia, seguite da Lazio, Puglia e Piemonte. Si tratta nella sostanza delle medesime regioni che anche nel I semestre 2012 occupavano i primi posti del ranking.

I tempi di scoperta

Un dato decisamente allarmante che emerge dallo studio di CRIF riguarda i tempi di scoperta della frode: circa un caso su due viene scoperto dopo più di un anno ma continuano ad aumentare (+14% rispetto al corrispondente periodo 2012) le frodi scoperte addirittura dopo oltre 5 anni.
Questo aspetto risulta particolarmente delicato in quanto più la frode viene scoperta in ritardo, tanto più sarà difficoltoso per la vittima ripristinare la propria posizione creditizia, senza considerare che molto più limitate saranno anche le possibilità di individuare l’autore del crimine. Inoltre, con l’allungarsi dei tempi di detection può peggiorare, anche termini di responsabilità legale, la posizione dell’Istituto che ha erogato il finanziamento nei confronti della vittima di furto d’identità.